MOTIVAZIONE 

Questo articolo di Nino Caponetto è un buon esempio di come la stampa specializzata possa contribuire seriamente alla cultura del mare, trattando argomenti seri, dove anche il solo divulgare problematiche legate alla sicurezza in mare può già essere di aiuto al diportista. L’argomento, sopravvivenza , safety , mi è caro sotto diversi aspetti : pur essendo di estradizione velica sono da decenni il Technical & Safety Officer della UIM (la federazione internazionale della motonautica), ho progettato per una azienda italiana che produce gommoni e zattere di salvataggio autogonfiabili sia civili che militari sistemi di protezione zattera – contenitori in composito – e sistemi di apertura e non ultimo decenni fa sono stato uno dei periti di parte nella inchiesta a seguito dell’affondamento del S/Y Parsifal (2 novembre 1995) per conto della famiglia Tosato, lo skipper deceduto in mare assieme ad altri cinque componenti dell’equipaggio.

Ho letto e valutato quindi con un minimo di competenza il lungo ed esaustivo articolo di Nico Caponetto. Ho apprezzato i suoi commenti sul corretto posizionamento a bordo e la difficile movimentazione di una zattera 6 pax del peso di 53 kg (che diventano ben 63 kg nella versione guscio rigido). Nel caso del S/Y Parsifal, la zattera era sistemata sulla tuga ed è andata persa in mare quando la barca ha disalberato.

Nel test descritto nell’articolo i tre volontari hanno trascorso a bordo solo 30 ore nel golfo del Tigullio. La messa in acqua ed apertura, anche in condizioni tranquille ha evidenziato molte criticità, l’essere stati a bordo solo in tre su una zattera da sei pax ha certamente facilitato la vita a bordo limitando i disagi. Ma come avrete modo di leggere la convivenza in condizioni critiche è forse uno dei problemi maggiori.

Estote parati! Un consiglio: ben prima di occuparmi professionalmente di rescue boat, mob, liferafts, alla prima revisione della mia zattera (zattera che tenevo sotto i piedi in pozzetto pronta all’uso, ma ben riparata) ho chiesto e ottenuto di essere presente all’apertura. E’ utile…Come è certamente utile l’articolo di Caponetto che qui ringraziamo e premiamo per la sua meritevole opera di divulgazione.

Sergio Abrami YD


BIOGRAFIA AUTORE

Nico Caponetto, 63 anni, piemontese di nascita e giramondo a causa della professione del padre, inizia la carriera giornalistica nella metà degli anni ’80 presso la redazione modenese de L’Unità occupandosi di cronaca nera e giudiziaria. Intorno alla fine degli anni ’90 dirige un quotidiano locale in Emilia che esce in edicola abbinato a La Stampa diretta da Marcello Sorgi. Ma è il mestiere imparato nei 15 anni di cronaca che segna anche il nuovo corso professionale quando,  nel 2006 sbarca nell’editoria nautica occupandosi prevalentemente di test in mare, temi tecnici e didattici seguiti con l’approccio di sempre: “Andare a vedere e poi raccontare”. Da 40 anni naviga e insegna vela, prima come irrinunciabile passione coltivata nel tempo libero, poi, dal 2011, come mestiere che incastra con quello di giornalista collaborando con la rivista Nautica.