I vincitori della 13° edizione del Premio Marincovich 2021

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA

Antonio Penati è una persona speciale: da istruttore di vela d’altura a maestro d’ascia, da skipper in giro per il Mondo per 11 anni con la sua barca a vela Lycia ad editore con la moglie Luisa. Una vita piena riassunta in un libro ricco di carte nautiche e foto. Non un “diario di bordo” ma il diario di una vita. La cosa più curiosa è che un personaggio come Antonio Penati non è nato in riva al mare ma a Milano ed ora vive a Verona. Il suo mare più amato? Il Mediterraneo E la Casa Editrice il Frangente è punto di riferimento per chi va per mare.

Patrizia Melani Marincovich

 

 

 

 

 

SEZIONE NARRATIVA

1° Classificato

Questo piccolo libro ricco di sostanza comincia con una frase di Thomas Drake, che navigò oltre 120mila miglia in solitario, fino a 76 anni, auto-costruendosi le proprie barche, tutte inferiori a 37 piedi: “Non è che la vita a terra mi dispiaccia, ma la vita in mare è migliore”.

Di fatto l’autore Alberto Coretti si impegna a dimostrare questa asserzione, in un modo originale e accattivante. Per lui la Gente di Mare non è tanto il nome dell’ufficio di collocamento nelle capitanerie di porto per chi cerca lavoro sulle navi, quanto una categoria dello spirito, che ha a che fare con il nostro modo di esistere, di sentirci vivi.

C’è un’umanità che dall’acqua rimane sedotta e se entrare in mare o salire a bordo ogni volta provoca in noi un’ingiustificata euforia, allora apparteniamo a quella schiera, cioè siamo Gente di Mare. Al di là del destino che ci tocca in sorte, al di là della vita che ci siamo saputi inventare, essere Gente di Mare comporta vivere con un’altra intensità: perché, come dice l’autore, la salsedine corrode la banalità.

Galleggiare, respirare, vedere, ascoltare, parlare, annusare, toccare, dormire, bere, mangiare, vestirsi, partire, arrivare, camminare, abitare. Usando un bellissimo excursus attraverso questi atti vitali solo apparentemente banali, viene analizzata la differenza tra terra e mare, con l’aiuto di foto suggestive in bianco e nero e riferimenti alle parole di grandi scrittori che il mare lo hanno saputo raccontare in modo superbo, toccando le corde più riposte dell’anima. Leggere questo libro arricchisce, e soprattutto giustifica ogni fuga a bordo, breve o lunga che sia: salpare per sentirsi liberi.

Elisabetta Strikland

2° classificato


Una storia praticamente sconosciuta quella del Comandante Francesco Aurelio Geraci: salpato da Napoli il 18 agosto 1932 fu il primo italiano a compiere il giro del mondo a vela. Quasi tre anni per percorrere 27.775 miglia in compagnia di Rosario, il suo marinaio ed assistente, su una piccola barca di dieci metri, senza motore e senza radio.

Siamo in piena era fascista. Geraci è un ufficiale della Marina, ha risorse finanziarie limitate ed è costretto a cercare il sostegno delle gerarchie che a lungo, ottusamente, gli faranno mancare l’appoggio richiesto. Ma Geraci non demorde e riesce non solo a partire ma anche a portare a termine il suo sogno superando mille ostacoli organizzativi ed economici ma, soprattutto, compiendo una vera impresa per troppo tempo rimasta sconosciuta.

Ad esempio, la traversata dell’Oceano Indiano viene compiuta in un’unica tappa di 5.200 miglia senza scalo, in 71 giorni di navigazione, stabilendo un record rimasto imbattuto fino agli anni Ottanta. Non solo. Geraci ed il suo marinaio sopravvivono a una tempesta eccezionale che spazza l’Atlantico con venti di 300 km/h e provoca oltre tremila morti sulle coste di Cuba. Vivono incontri straordinari, con personaggi estremi e pericolosi, come i pirati del mar dei Caraibi, gli eremiti nudisti delle Galapagos o i cannibali delle isole Banks.

Miglia dopo miglia, scalo dopo scalo, la storia raccontata da Lorenzo Bono in “Tre Oceani” si sviluppa mescolando estratti dal diario di bordo e dalla corrispondenza con la moglie con fotografie e documenti ufficiali, come i telegrammi con le autorità dei Paesi visitati o lo scambio di comunicazioni con gli Ambasciatori Italiani e la stessa segreteria di Mussolini.

Il risultato è una grande storia di mare rimasta praticamente ignota fino a oggi, una storia avvincente che racconta di un mondo che non c’è più, di un modo di navigare che oggi sarebbe impensabile

Andrea Mancini

3° classificato

Isolario Italiano edito da Ediciclo.

Dopo “Ánemos”, in cui ci aveva condotto nel regno dei venti, e “L’odore del mare”, in cui svelava piaceri e sapori delle rive del mare, Fiori ci offre con l’Isolario italiano un altro dei suoi gustosi breviari mediterranei, raccontando la sua “insolumania”, quell’attrazione per le isole che fa ormai parte del nostro inconscio collettivo e che in molti condividiamo. Non a caso lo definisco un breviario. Difficile inquadrarlo in altri generi: non è una guida turistica perché non dispensa consigli di vacanza, non è abbastanza serioso per essere considerato un saggio, non è un libro di viaggio, perché manca nei viaggi di Fiori la dimensione dell’avventura e dell’impresa marinaresca. Non è nemmeno narrativa, benché le confessioni, i racconti e le fantasie dell’autore lo rendano appassionante come un romanzo. Ricorda proprio i breviari, quei compendi di preghiere che suggerivano le parole più adatte per cantare in ogni circostanza le lodi del Signore. Quello di Fiori è un breviario laico, non parla di Dio. Ma c’è qualcosa di sacro e di trascendente anche nella bellezza della natura, delle isole, del mare, soprattutto di quel Mediterraneo intorno a cui abbiamo il privilegio di vivere. Fabio Fiori con il suo libro ci aiuta a capirlo e ci ricorda anche quanto di questo privilegio dobbiamo essere consapevoli e degni. Grazie, quindi, e complimenti per il premio!

Paolo Lodigiani

 

SEZIONE SAGGISTICA

1° classificato

 

Groenlandia è un libro che avvolge in una luce azzurra in cui mare, ghiaccio e cielo diventano una cosa sola, fra venti gelidi, illusioni ottiche, iceberg maestosi, fiordi, montagne a picco sul mare.

Nel raccontarci il suo viaggio in barca a vela nell’equipaggio di una spedizione scientifica lungo il fiordo più grande del mondo, lo Scoresby Sund, nella costa orientale della Groenlandia, Sandro Orlando ci porta fra impervie spedizioni di esploratori, alpinisti e scienziati che, a volte anche in modo contraddittorio o impreciso, hanno ricostruito nel tempo la mutevole cartografia e la meteorologia di questa sterminata isola di ghiaccio. Imprese che, sin dalla fine del XIX secolo, hanno reso centrale quanto l’evoluzione della calotta glaciale della Groenlandia condizioni i fenomeni climatici del nostro pianeta.

Diario di viaggio, ricerca storica, resoconto scientifico si sovrappongono lungo un percorso in cui Orlando ci ricorda con urgenza come l’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci polari, provocata dal repentino innalzamento delle temperature degli ultimi decenni, sia segnale inequivocabile dell’emergenza climatica che stiamo vivendo.

Serena Laudisa

 

2° classificato

Questo libro innovativo è il risultato di anni di ricerche e di studi dell’autore, che ci propone un’analisi completa del navigare in Mediterraneo nel nostro Medioevo. Ne analizza ogni aspetto, partendo dai diversi tipi di navigli fino agli arsenali, ai porti e ai mestieri che in questi si praticano. Musarra fa il punto sulla legislazione marittima dell’epoca, affronta i nuovi assetti geopolitici del Mediterraneo e i nuovi modi di combattere sul mare, come la guerra di corsa e la pirateria. L’autore ci propone poi una descrizione dettagliata dei diversi aspetti della vita di bordo e dell’alimentazione dei marinai. Ci racconta come gli equipaggi venivano formati e quali pericoli dovevano affrontare, dalle tempeste ai naufragi. Parti importanti del libro sono dedicate a come allora si navigava, alla bussola, alla navigazione stimata e alla navigazione astronomica, alle carte nautiche e ai portolani.  Un volume che, anche attraverso le testimonianze dei giornali di bordo pervenuti, ci permette di illuminare un pezzo meno noto del nostro passato marinaro.

Ida Castiglioni

 

 

3° Classificato

 

Venezia, o meglio gli autori veneziani, sono da lungo tempo tra i premiati al Marincovich, Alessandro Marzo Magno, Andrea di Robilant, per citare  le edizioni più recenti e meno.

Questi autori ci hanno raccontato storie, episodi legati alla cultura del mare, a Venezia.

Quest’anno è la volta di Gilberto Penzo che invece ci descrive con testi, foto e disegni inediti la storia di una delle più tipiche imbarcazioni dell’Alto Adriatico: il Trabaccolo, questo il titolo del volume premiato.

Una imbarcazione da trasporto che è stata, fino alla metà dello scorso secolo, il mezzo a vela più utilizzato per trasportare merci tra le due sponde dell’Adriatico. Il mare che unisce.

Gilberto Penzo, profondo conoscitore e soprattutto divulgatore della cultura del mare, del costruire, mantenere, restaurare con i corretti criteri le imbarcazioni tradizionali dell’Adriatico, con passione e competenza ci fa conoscere con il suo prezioso volume tutto quello che avreste voluto sapere sul Trabacolo (che io da Triestino non riesco a scrivere con due “c”).

Il fatto poi che nella prima pagina del libro sia riportata la famosa frase di Seneca 76a epistola a Lucilio che spesso uso nelle mie trattazioni …è stato un plus che non mi ha lasciato indifferente…

Leggendo questo libro vi verrà certamente lo stimolo ad acquistare le sue precedenti pubblicazioni che spaziano dai vaporetti alle forcole e soprattutto a visitare il suo atelier in Venezia, sì perché Gilberto Penzo è anche e soprattutto un abile modellista specializzato in imbarcazioni veneziane e lagunari, splendidi modelli presenti in diversi musei navali.

Dimenticavo di dirvi: proviene de una famiglia di maestri d’ascia chioggioti: discende da li rami..

Sergio Abrami

 

SEZIONE JUNIOR

1° Classificato

Una bella favola ambientata nel dopoguerra. Ci sono tutti gli elementi che compongono una storia da leggere tutta d’un fiato. Grazie all’abilità narrativa dell’autrice il lettore si affeziona subito al protagonista, l’intraprendente ragazzino Nicolò, ai personaggi di contorno, all’ambiente, alle atmosfere. Il viaggio di Nicolò è la metafora della sua maturazione che deve per forza di cose comprendere l’innamoramento per una coetanea. Nicolò riporta a Trieste, dopo una crociera avventurosa, un fardello di esperienze importanti, un padre a lungo cercato, tante risposte ai suoi dubbi di adolescente e anche un pinguino, clandestino a bordo della nave Europa, che giustifica il titolo del romanzo. Chi ha visitato l’acquario di Trieste negli anni cinquanta certamente ricorda il buffo pinguino Marco che interagiva con i bambini e che della struttura era un po’ l’alfiere. Questo bel romanzo ci racconta come e perché un pinguino sia finito a Trieste: sarà vero? Non lo sappiamo e non ci importa. La favola è bella e tanto basta.

Max Gregori

 

 

 

SEZIONE GIORNALISTICA

Un solo vincitore – Navarrini – Quando gli uomini avevano le pinne pubblicato su Nautica.

“Le nostre ginocchia fanno ancora fatica a reggere il peso del corpo, così come il sistema circolatorio disegnato da madre natura per sostenere il perenne movimento dei pesci, non sembra adatto al tipo di vita che oggi ci contraddistingue e ciò a riprova che l’evoluzione della nostra specie è ancora in atto”. Sono molte le informazioni che ci fornisce Stefano Navarrini con questo straordinario articolo che stimola nel lettore molti quesiti sul divenire dell’umanità, domande anche ironiche e divertenti come quella che vuol comprendere come la prima cellula primordiale, alla fine del viaggio, possa essersi trasformata in George Clooney!  Con un linguaggio scorrevole, seppur ben dettagliato,  ed una sintesi molto efficace, l’Autore, con la complicità di “Tiktalik rosea”, un fossile scoperto, nel 2004, da Neil Shubin, paleontologo americano, ci racconta il passaggio più importante per l’evoluzione della vita: quello dall’acqua alla terraferma, un passaggio critico che deve aver presentato non poche difficoltà per chi lo ha affrontato  visto che, viene sottolineato, alcuni mammiferi, dopo un soggiorno reputato certamente insoddisfacente, hanno deciso di tornare al mare, senza alcuna intenzione di ripensarci. E come dargli torto!

Roberto Camerini

 

PREMIO ALLA CARRIERA

 

Il libro Luna Rossa edito da Rizzoli con i commenti di Guido Meda, Gian Luca Pasini e Stefano Vegliani.

Ho conosciuto Carlo Borlenghi a Newport nel 1983 ai tempi di Azzurra, ero con il mio allora fidanzato Carlo Marincovich. Era la prima edizione della Louis Vuitton Cup e l’approssimazione regnava sovrana. Negli anni ho sempre ritrovato Carlo ed Alessandra in giro per il Mondo, per vari e regate: da Porto Cervo ad Aukland, da Cagliari a Valencia, passando per Venezia e Trapani. Quest’anno ha illustrato da par suo, con foto fantastiche un libro che, per motivi etici, non avrebbe potuto partecipare al Premio. E allora, ho deciso di dare un Premio Speciale alla carriera al più bravo e creativo fotografo nel mondo della vela: Carlo Borlenghi.

Patrizia Melani Marincovich

 

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