I vincitori della 6° edizione del Premio Marincovich 2015

SEZIONE LIBRI “CULTURA DEL MARE SAGGISTICA”

1° classificato
Odiavo i velisti

Ricci è una leggenda vivente della vela e sarebbe stato facile per lui scrivere un libro autocelebrativo. Invece, con la modestia dei grandi, e segnatamente dei grandi marinai, racconta la sua storia, attraverso la penna magistrale di Fabio Pozzo, con auto ironia, a partire dal titolo del libro. “Odiavo i velisti” è uno spaccato della vela d’antan, ricco di aneddoti, di incontri e di personaggi di rilevo verso i quali Ricci ha sempre un atteggiamento distaccatamente signorile, anche quando si tratta dell’avvocato Agnelli che non ha un soldo per pagare il conto al ristorante, o del dottor Gardini o di altri miti della vela. Nel racconto la sua vita di bambino e di ragazzo a Cervia risuonano chiari gli echi di un gusto tutto romagnolo per la battuta e lo scherzo, mediati dalla ligure compostezza di Pozzo. Un bel libro, sicuramente da leggere.

Max Gregori

2° classificato ex aequo
Oh capitano

Questo è un saggio che mi ha realmente appassionato, sono un progettista nautico con la passione per la storia a 360° , quindi non solo quella legata alla cultura del mare, alla architettura navale, ma soprattutto quella che si concretizza in storie minori di personaggi spesso dimenticati.
Quella raccontata in questo saggio storico di Francesco Durante ( che purtroppo conoscevo solo come traduttore dei romanzi di John Fante ) è una di quelle.
Per alcune analogie  la ho associata a quella del fiorentino  Filippo Mazzei ( 1730-1816 ) uno dei padri della Costituzione Americana , personaggio più conosciuto negli USA che in Italia …
Celso Cesare Moreno, mi vergogno di dirlo: mai sentito nominare.
Una vita dire avventurosa è dire poco. Nella  seconda metà degli anni ’60 del XIX secolo un giovane capitano di marina si presentò ad esponenti del Governo italiano, e allo stesso re Vittorio Emanuele II – in quel di Firenze allora capitale del Regno d’Italia -, suggerendo il protettorato dell’Italia sul Sultanato di Aceh, nel nord di Sumatra.
Quel capitano si chiamava Celso Cesare Moreno, ed era il genero del Sultano Ali Alauddin Mansur Syah, avendone sposato la figlia. Vita avventurosa e di respiro internazionale: nato a Dogliani CN, nel 1831, studiò a Genova per  divenire capitano di marina. Dopo aver partecipato alla guerra di Crimea con le truppe del Regno di Sardegna, navigò verso l’Asia. In India si trovò  coinvolto nella rivolta dei Sepoys contro la Compagnia delle Indie, conoscendo e frequentando il leader dei ribelli, Nana Sahib. Incredibile poliglotta, visse una vita costellata di episodi in bilico tra avventura, legalità ed intrighi internazionali.
Ho motivo di credere che il fantasioso, ma non troppo Salgari si ispirò a Cesare Moreno per più di un romanzo. Ma non voglio togliervi il piacere della lettura anticipandovi troppi spunti. Tutti doviziosamente documentati, inclusi i verbali del Congresso degli Stati Uniti.
La storia delle Hawaii, 50° stato USA, è stata influenzata da Cesare Celso Moreno.
Forse mancherà il “sapore del mare” ( è una delle voci del nostro form di valutazione), ma in quanto avventura, ricerca ecc sono tanti i punteggi alti che hanno portato questo saggio al secondo posto nella speciale classifica del Premio Marincovich.
Ottimo e poderoso lavoro di ricerca a più mani iniziato in team work con lo storico USA Rudolph J. Vecoli prematuramente scomparso nel 2008 e portato a termine dal “nostro” Francesco Durante – che insegna Cultura e letteratura degli Italiani d’America alla Università di Napoli.

Sergio Abrami

2° classificato ex aequo

Adriatico per sempre di Franco Masiero – Mare di carta Editore

Adriatico per sempre di Franco Masiero – Mare di carta Editore

Franco Masiero ha sicuramente avuto un capolavoro con cui confrontarsi, quel Mediterraneo di Braudel che ha pervaso molte delle nostre vite. Ma è riuscito a sostenere il confronto e a proporre una rilettura della storia articolata, moderna e affascinante. Il suo Adriatico è meno dispersivo, persino più ricco, e ci si trova di fronte allo scrivere incisivo di chi lo fa per mestiere e lo pratica per passione. Assieme all’autore, attraversiamo il mondo complesso che sta attorno e dentro questo mare, pieno di episodi sconosciuti, con racconti su luoghi e città che ci lasciano sorpresi. Si parte dai primi colonizzatori e attraverso guerre e battaglie, marinai e monaci, pirati e naufraghi, commercianti e pellegrini, si arriva alla storia di grandi città come  Venezia, Ragusa e Otranto. Ma Adriatico vuol dire soprattutto navi e porti, Trieste e la Dalmazia, e quel legame non sfilacciato tra Occidente e Oriente. Il libro analizza la dimensione culturale che si viene a creare nei secoli, e che si sviluppa attorno alla concretezza di una realtà geografica. Lasciano sorpresi e si leggono con grande interesse le parti che riportano le storie di schiavi, marinai e monaci, e le pagine in cui l’autore racconta di cacciatori di uomini, dai pirati ai MAS e ai migranti. Un libro che raccoglie con attenzione le sfaccettature inedite della storia dell’Adriatico, la nostra.

Ida Castiglioni

SEZIONE LIBRI “CULTURA DEL MARE NARRATIVA”

1° classificato
Isole-Lontane_copertina

Una brevissima premessa: mi sembra anzitutto che il 2014 sia stata un’ottima annata per la letteratura del mare e non è stato facile, più che nelle precedenti edizioni del premio Marincovich, scegliere fra i testi candidati in tutte e tre le sezioni e in particolare in quella della narrativa. Tutti obiettivamente da leggere e, non a caso, distanziati nella classifica finale da un pugno di voti in alcuni casi in foto-finish. In fondo è proprio questo il bello delle competizioni.
Personalmente ho dato il mio punto in più a LE ISOLE LONTANE  di Albeggiani  per diversi motivi, a cominciare dal titolo. Chi, navigatore o meno, non ha sognato prima o poi quelle isole non meglio identificate quanto irraggiungibili per i più? <Sono dentro di noi e non ce ne accorgiamo> spiegavano senza retorica Sergio e Licia Albeggiani protagonisti e eroi “borghesi” di  un racconto lungo tre anni e 30.000 miglia intorno al mondo descritti in 338 pagine davvero coinvolgenti. <Un modesto racconto> lo definì lo stesso autore purtroppo scomparso nel 1989 a Las Palmas mentre si preparava a un nuovo viaggio. Il fascino di questo libro, a mio parere, sta proprio nella smitizzazione di un’impresa, altrimenti audace e spericolata, dedicata non alla sua celebrazione ma a una esperienza di vita reale fra persone e paesaggi diversi teoricamente alla portata di tutti.
Non è il primo e non sarà l’ultimo racconto di chi un giorno ha scelto o sceglierà di lasciarsi alle spalle il mondo convenzionale, ma non è un diario di bordo secondo lo schema più classico, è piuttosto un sereno diario di vita vissuta con tutti gli inevitabili alti e bassi quotidiani semplicemente trasmessi da una dimensione diversa e narrati, come ha scritto Pasquale Cuffaro nella prefazione <con il bonario scetticismo di chi non si prende troppo sul serio e sa vedere sul rovescio di ogni dramma la commedia con il raro, impareggiabile gusto di vivere>.
C’è però anche un’ultima motivazione che è la mia confessione di un piccolo inevitabile conflitto di interessi: quando Albeggiani racconta la scelta della barca poi battezzata Lisca Bianca II scrive: <Fu così che su un vecchio numero di Forza 7 del 1970 avemmo occasione di leggere un servizio sul Tahiti Ketch…>  e più avanti aggiunge <tramite Forza 7 entrammo allora in contatto con Giorgio Stermini…>. Un legame in più con questa storia che avrei comunque premiato.

Claudio Nobis

2° classificato ex aequo
la musica del mare

C’è modo e modo di raccontare un viaggio in barca a vela nelle isole greche. La loro bellezza è tale che  anche solo descrivendo i luoghi si può scrivere un testo accattivante. Ma  se nel semplice diario della crociera si è cosi abili da infilarci tutta la propria vita, le proprie passioni, l’amore per la musica, allora il mare stesso diventa musicista, perchè è  appunto della musica del mare che tratta questo delizioso libro di Roberto Soldatini, apprezzato direttore d’orchestra, compositore e violoncellista.  Lo dice benissimo lui stesso: “Il suono del vento, quello che genera gonfiando le vele o facendo vibrare sartie e drizze, il suono delle onde che si infrangono e quello dello scafo che le solca. Tutto questo è già una musica. Con i suoi ritmi, le sue melodie, la sua polifonia, le sue armonie. Bisogna ascoltarla attentamente, la musica del mare.  Solo quando la si ha dentro la si può  riprodurre, in qualche modo, suonando, componendo. Tornando così a far parte della natura, dell’universo, del tutto.”
Fa bene all’anima questo libro, induce a pensare che si può trovare un equilibrio interiore facendo armonizzare  tutto ciò a cui si tiene maggiormente.
E va anche detto che è un piacevole diario di viaggio, ricco di incontri, immagini, impressioni, il cui effetto è quello che dovrebbe sempre avere un resoconto del genere: spingerci a mollare gli ormeggi e dischiudere l’anima alla poesia con l’aiuto millenario del mare.

Elisabetta Strickland

2° classificato ex aequo
taccuino adriatico

Prima di tutto permettetemi di iniziare raccontandovi la mia grande sorpresa nello scoprire di essere tra i giurati che hanno espresso il punteggio più alto per “Piccolo taccuino Adriatico ed avere dunque anche l’onore e l’onere di scriverne la motivazione. Perché il libro di Paolo Ganz parla di un mare, l’Adriatico appunto, da me conosciuto solo per i vaghi ricordi scolastici o per aver percorso l’Adriatica, l’autostrada naturalmente. Oppure per essere stato uno dei tanti turisti che ha visitato una delle splendide città che vi si affacciano, a partire dalla più famosa: Venezia!
Ed è proprio Venezia, con la sua storia e la sua grandezza, ad accompagnare il lettore in questo viaggio che si snoda lungo le coste orientali dell’Adriatico, fino ad arrivare in luoghi come Spalato o Zara dove Venezia si ritrova dietro ogni pietra. Un viaggio in un mare che, non a caso, una volta era chiamato golfo di Venezia.
Un viaggio silenzioso, lento, malinconico che desta meraviglia ed in cui l’unico rumore è lo sciabordio della storia, come racconta Sergio Tazzer nella prefazione al libro.  Piccolo Taccuino Adriatico non ha una trama, non racconta una storia, ma, come ci dice il titolo, è un taccuino dove l’autore ha riportato le sensazioni e le emozioni suscitate dai porti e dalle osterie, dai relitti dei naufragi e dai fari abbandonati, luoghi dove tante storie hanno avuto luogo. In quei luoghi si intravedono le vicende raccontate nei libri di storia, le tante battaglie e guerre lontane combattute fino agli orrori delle foibe o ai drammi più recenti del conflitto Jugoslavo. Ma soprattutto si respirano e si assaporano le storie degli uomini e delle donne che hanno vissuto, sofferto ed amato lungo queste coste e su questo mare. Sono le loro vite e le loro emozioni le vere protagoniste che, in un disordine armonioso, vengono a galla dai ricordi di un palombaro o dai racconti di un oste, o ancora più semplicemente dall’aria che si respira in quei luoghi.
Di Adriatico sapevo veramente poco e non avevo ricordi o emozioni personali legate a quei luoghi… emozioni e sensazioni che invece “piccolo taccuino adriatico” mi ha regalato.

Andrea Mancini

SEZIONE LIBRI “CULTURA DEL MARE JUNIOR”

1° classificato
il mio amico nanuk

Sono state scritte molte storie di amicizia tra bambini e animali, ma un cucciolo di orso polare non è proprio il genere di creatura usuale a rapporti sentimentali tradizionali. Eppure in questo libro fresco come le distese di ghiaccio che fanno da sfondo alla vicenda, tutto sembra naturale. Luke, il protagonista, è quello che è, un ragazzino in cerca del proprio posto del mondo; che poi decida di fare questa ricerca partendo da solo sulla banchisa ghiacciata su cui si intrecciano un’infinità di piste che seguono le insenature della costa del Canada settentrionale, certo, sceglie  una cornice insolita, ma i suoi conflitti interiori sono eterni nelle loro motivazioni ed espressioni.  Luke ha perso il padre, esploratore e pilota in un incidente aereo e anche se la famiglia fa del suo meglio per ricominciare a vivere, lui sente di trovarsi in un luogo ostile; tra l’altro ci è finito per motivi di lavoro dei suoi genitori, infatti anche sua madre è ricercatrice ed esploratrice: lui avrebbe preferito di gran lunga restare a Vancouver con i suoi amici e le sue abitudini. Così quando nel garage di casa trova Nanuk, un cucciolo di orso polare la cui madre è stata catturata dai rangers per essere riportata al Nord, verso Cape Resolute, decide di mettersi alla prova riportando l’orsetto a sua madre. L’avventura in mezzo ai ghiacci è straordinaria e ben raccontata, condita da  incontri con animali feroci, balenieri inuit, tempeste e iceberg alla deriva. In tutto questo Nanuk  è un  compagno di viaggio coraggioso e attento,  e quando finalmente si ricongiunge alla madre, si può essere duri quanto si vuole, ma la commozione non si può evitare. Bravissimo Brando Quilici, l’autore, peraltro non nuovo ad imprese letterarie del genere, autore anche di film che sono stati oggetto di copertine su National Geographic, articoli sul New York Times e servizi della CNN. Dal libro è stato tratto un film, ma il libro stesso è un film, in certi punti sembra di sentire il calore dell’orsetto, di vedere il suo sguardo amico. Tutto questo fa molto bene, non solo ai bambini.

Elisabetta Strickland

SEZIONE ARTICOLI “CULTURA DEL MARE STORIA”

1° classificato  GIOVANNI PANELLA con l’articolo Memorie del porto– pubblicato sulla rivista Nautica 630 pagine 192-197

Giovanni Panella è un recidivo….
Non è la prima volta che i suoi scritti vengono premiati al Marincovich. Questa volta, per di più , ha vinto con distacco …
La sua capacità di scoprire storie interessanti, misconosciute ai più e di narrarle con grazia, facendoti rivivere atmosfere ,sensazioni  di un tempo che fu è davvero impagabile.
Quest’anno ci ha portato in porto a Genova, facendoci conoscere il microcosmo delle imbarcazioni di servizio.
Chiatte, maone, pernaccini, gozzetti vari uso trasporto passeggieri, uso ristorazione ambulante: tutte imbarcazioni di servizio scomparse per evoluzione del sistema trasporti e trasferimento di carico.
Stocche e bacilli ! E qui non si parla dei vibrioni, ma del cibo (stoccafisso e ceci secchi) venduto sotto bordo.
Un mondo scomparso che solo la maestria e la capacità di  ricerca storica di Panella hanno saputo far rivivere sulle pagine di una rivista di Nautica.
Grazie Panella !

P.S.: è un piacere sentir raccontare cose di mare con i termini appropriati e senza paura di sembrare snob. Il premio Marincovich nel settore articoli Cultura del Mare   è decisamente ampiamente meritato. Aspettiamo però rincalzi , giovani autori folgorati dalla passione per la cultura del mare a 360°: coraggio fattevi sotto! Il Premio Marincovich nasce anche e soprattutto per voi!

Sergio Abrami  YD

SEZIONE ARTICOLI “CULTURA DEL MARE NAVIGAZIONE”

1° classificato

GIACOMO GIULIETTI  con l’articolo “13 grandi velisti scomparsi in mare” pubblicato su on line Sailing & Travel Magazine“.

Per averci riportato alla memoria 13 grandi scomparsi in mare. Senza retorica ha raccontato le storie da Joshua Slocum, primo navigatore in solitario scomparso in Atlantico nel 1909 ad Andrew ‘Bart’ Simpson che ha lasciato la sua vita nella baia di San Francisco nel terribile incidente che ha coinvolto il catamarano Artemis  in allenamento per Coppa America, nel 2013. Storie che vengono dal passato e che si uniscono a quelle recenti, a sottolineare che l’amore, l’avventura, le grandi imprese e il richiamo del mare quale elemento imprescindibile sia comune ai navigatori di ogni epoca. Nei brevi racconti di questi uomini scritti fluidamente eppure così coinvolgenti, si mette in luce come per ognuno di loro l’acqua, il vento, le onde, le correnti  siano stati elemento guida della propria esistenza e come non ci sia esperienza in mare che possa garantire la sopravvivenza.

Emanuela Di Mundo

PREMIO SPECIALE ALLA SOLIDARIETÀ E AL RISPETTO DEL MARE
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Un libro “potente” che ci racconta ciò che infondo abbiamo sempre saputo ma che per cialtroneria ed ignavia non vogliamo vedere. “Come è profondo il mare” (dalla stupenda canzone di Lucio Dalla) parte dall’Isola di plastica nel nord del Pacifico, vero insediamento/pattumiera dove grazie (o per colpa) delle correnti si ammassa ciò che è plastica e ciò che galleggia, per raccontarci tutto il male che subisce la “catena alimentare” in ogni mare del Pianeta. Un libro che toglie il respiro e che fa riflettere sul nostro futuro.

Patrizia Melani Marincovich

 

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