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Un pericolo per l’impero celeste
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Ai primi di giugno del 1907 cinque automobili si misero a sferragliare nelle strade polverose di Pechino. Due De Dion Bouton, una Spyker, una Contal e la potente Itala costruita su misura a Torino per il principe romano Scipione Borghese. Don Scipione aveva 35 anni ed era uno scavezzacollo per quei tempi cavaliere, alpinista, viaggiatore, cacciatore.
In via Gorki come a New York
Vecchi modelli e ricambi in salotto, ma ora anche l' auto russa pensa in grande... IN VIA GORKI COME A NEW YORK
Una pista chiamata oceano
NEL 1818 la traversata dell' Atlantico per gli emigranti inglesi e irlandesi durava circa un mese. Solo pochi privilegiati potevano permettersi una vera cabina e il cibo era indigesto per tutti. Ma quell' anno un grande sbuffo di fumo nero in pieno oceano fece accorrere un vascello militare inglese i cui ufficiali avevano pensato ad una nave improvvisamente incendiatasi. Ma invece delle fiamme, videro uno strano veliero con due grandi ruote a pale sulle fiancate.
Rotta sull’ inghilterra per un nuovo primato
Incantati da questo vecchio ritornello, il comandante John Lloyd e il suo equipaggio sono rimasti per tutta la giornata di ieri con gli occhi fissi sul cielo di New York. Poco nuvoloso, molto caldo, molto umido, dicevano i bollettini meteo. A prima vista un tempo perfetto per mettere la prua sull' Atlantico in direzione dell' Inghilterra. Ma i computer continuavano a sfornare previsioni non proprio ottimistiche e così la partenza per la grande impresa veniva rinviata di ora in ora.
L’Atlantico con un solo pieno alla conquista del mitico record
Ingegnere, stiamo per rimanere senza olio, saremo costretti a fermarci. Una notizia poco allegra per chi si trova in barca in mezzo all' Oceano Atlantico. Non è possibile comandante, ci deve essere ancora olio, ora controlliamo. Sull' Azimut Atlantic Challenger, il potente motoscafo italiano che vuole battere il record della traversata atlantica, e che stamattina arriva a New York dopo un avventuroso viaggio di trsferimento, c' era stato un attimo di panico nella notte tra giovedì e venerdì.
Sono stato navigatore di bobby rautbord
Un pennarello in mano: è tutto quello che viene dato ad un navigatore offshore. E con un pennarello in mano mi sono ritrovato la mattina di domenica 16 luglio, un’ora prima della partenza del Trofeo Napoli, gara di campionato mondiale. Un pennarello può servire a molte cose, ma su un bolide offshore serve ad una cosa sola: a disegnare il tracciato della gara sul cruscotto, segnandovi vicino le rotte di ogni tratta intermedia del percorso e le distanze parziali e totali.
Un uomo troppo intelligente: Carlo Marincovich
Non so se vi rendete conto di cosa possa significare in quel mondo dare, dalle pagine del più diffuso quotidiano italiano, dell’ubriacone a un campione del mondo ancora in carica. Eppure Carlo rappresentava perfettamente l’opinione pubblica e quello che la gente pensava. E di questa sua straordinaria capacità si faceva arma: di difesa e di attacco.
Sulle ali del vento
Sulle ali del vento mi sono trovato da bambino. Mi avevano già portato su una barca a vela che sembrava immensa, con una randa maestosa tutta bianca; solo più tardi, da grande, venni a sapere che era lunga soltanto cinque metri. Ma trovarsi da solo su una barca affidata ai venti e alle onde, è una cosa da far rizzare i capelli in testa