Alberto Cavanna (Albisola Superiore, 24 agosto 1961) è scrittore, saggista, traduttore, disegnatore e illustratore. Operaio, impiegato e dirigente, ha lasciato I cantieri navali per dedicarsi esclusivamente all’attività artistica.
Vive e lavora nel piccolo paese di Polverara (comune di Riccò del Golfo della Spezia), nella bassa Val di Vara.
Il suo romanzo d’esordio Bacicio do Tim (Mursia, 2003) si è classificato secondo Premio Bancarella 2004. Recentemente ha pubblicato il saggio storico L’ultimo viaggio dell’imperatore – Napoleone tra Waterloo e Sant’Elena (Mondadori, 2014) e il romanzo Il dolore e il mare (Nutrimenti, 2015), candidato al Premio Strega 2015.
Con il romanzo Da bosco e da riviera (Rizzoli, 2009) ha vinto il Premio Marincovich 2010.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Alberto Cavanna ha già vinto una vota il premio Marincovich con il romanzo “Da bosco e da riviera”, un libro straordinario per la trama, i personaggi e la poesia. Il mare e gli uomini che lo solcano sono sempre presenti nella scrittura di Cavanna: dal memorabile “Bacicio do Tin” al poetico e quasi onirico “L’uomo che non contava i giorni” passando dai racconti “Brevi e salati”.
Il libro che viene premiato oggi si intitola “La nave delle anime perdute” ed è un racconto pieno di pathos, di amore e di sangue. L’ambiguo capitano Blanco, il giovane e tormentato medico Giovanbattista Parodi, la nave Neptuno, il suo equipaggio e il suo carico di umanità sofferente e schiava sono i protagonisti di una navigazione attraverso le onde e attraverso l’anima.
Cavanna ci costringe a leggere pagina dopo pagina, senza poter abbandonare il romanzo, ci fa sentire a bordo e ci sembra di ascoltare gli ordini e i rumori, il vento nel sartiame, le grida di dolore.
Dalle sue pagine magistrali sembra uscire l’odore del salmastro misto a quello della sentina e della pelle di centinaia di schiavi africani. “La nave delle anime perdute” è un libro che non si può non leggere.
Massimo Gregori