Lorenza Pieri (Lugo di Romagna, 1973) ha trascorso l’infanzia all’isola del Giglio. Dopo gli studi classici si è laureata in Scienze della Comunicazione a Siena e con un intarsio accademico di due anni a Parigi. Lavora nell’editoria da quindici anni (Einaudi, minimum fax). Ha partecipato con un racconto all’antologia Roma Capoccia. Cronache di una metropoli in 23 scrittori (Deriveapprodi, 2005) e ha pubblicato il memoir Molto grossa, incredibilmente vicina. Un anno con la Concordia sotto le finestre, (doppiozero, 2013). Fa parte del duo di djs les pétasses ed è traduttrice letteraria (Einaudi, Marsilio, minimum fax, Ponte alle Grazie). Vive e lavora a Washington con il marito e i due figli.
Isole minori è il suo primo romanzo ed è uscito a maggio del 2016 per E/O. Verrà pubblicato anche in Germania (Droemer Knaur), in Israele (Kinneret Zmora) e in Spagna (Navona Editorial).


MOTIVAZIONE DELLA GIURIA

Può capitare che un libro che sembra presentarsi come minore si riveli poi un grande libro. E’ questo il caso di “Isole minori”. Già nel titolo suggerisce un’idea di marginalità: è un microcosmo ciò di cui si parla, un piccolo mondo che per sua natura sembra destinato a rimanere tagliato fuori dai grandi eventi della Storia.

Avviandosi alla lettura questa impressione si conferma: l’autrice racconta di estati lontane al mare trascorse da ragazzi su una piccola isola. Non succede molto: avventure infantili, primi amori, problemi con genitori e fratelli. L’evento più drammatico per l’isola è l’arrivo al confino di Freda e Ventura, un fatto che tutta l’Italia ha ormai dimenticato e probabilmente già allora aveva ignorato. Lo stile è semplice, colloquiale, volutamente privo di ogni affettazione letteraria. Autobiografia e invenzione sono talmente connessi che al lettore sembra di ascoltare il racconto di una vita realmente vissuta. E questa vita è, come tutte le vite, interessante, ma non più di tante altre.

Solo a poco a poco, quasi impercettibilmente, ci si rende conto che un’apparenza tanto ordinaria cela una sostanza ben più profonda. Emergono, come isole dal mare, temi importanti, che ci riguardano tutti: il passare del tempo, la nostalgia, la maturazione della personalità, l’intrecciarsi delle nostre vite con l’evoluzione della società. Per uno strano gioco del destino accade che l’isola dove non accade mai nulla si ritrova al centro di un evento di risonanza mondiale. Il messaggio che il lettore interiorizza alla fine del libro è che ogni microcosmo, se guardato con attenzione e amore, vale quanto il mondo intero e che di nessun luogo, così come di nessuna persona, di nessuna vita, di nessuna storia si possa dire che sono minori rispetto ad altre. E’ un messaggio bello e importante e all’autrice va il merito di avercelo trasmesso con tanta grazia e discrezione.

Paolo Lodigiani