BRUNO CIANCI (Parigi, 1970) è storico e giornalista. Ha codiretto il bimestrale Arte Navale e collaborato con numerose testate italiane ed estere, tra cui Limes Bbc History. Focus Storia Il Giornale e Boat lnternational. È autore di diversi libri di nautica e saggi storici, tra cui Bosforo, Via d’acqua fra Oriente e Occidente e Le navi della Mezzaluna. La marina dell’Impero ottomano (1299-1923) vincitore di un Premio Marìncovich. Ha partecipato a numerose regate d’altura ed è stato il primo italiano a portare a termine una regata del Fastnet in doppio insieme ad Alessandro Caricato.


MOTIVAZIONE DELLA GIURIA

Confesso di aver affrontato l’ultimo libro di Bruno Cianci con un chiaro preconcetto. “Ma come, uno storico che racconta una crociera tra amici?”

Nello stesso tempo volevo saperne di più su quella navigazione inusuale, da sempre entrata nell’immaginario di chi ama scoprire nuove rotte: il mitico canale dalle 29 chiuse che in Scozia collega il Mare del Nord con l’Oceano Atlantico. Come è andata? Non sono riuscita per giorni a staccarmi dal libro che, scritto in forma accurata ma divulgativa, riesce a intrecciare una storia che si svolge su diversi piani.

Quello storico, che ci narra del canale, del progetto e della sua realizzazione. Quello sportivo, che descrive il Takatani – una barca tradizionale di 6 m armata a yawl – la rotta, i problemi della navigazione e dell’attrezzatura. Vi è poi il racconto naturalistico che, con una descrizione accurata di luoghi, paesaggi, rive, specie di uccelli, vegetazione e antiche rovine, fa trasparire la sensibilità ambientale dell’equipaggio e di Giacomo De Stefano, che la barca ha messo a disposizione.

E infine la storia umana, dove vediamo amicizie consolidate negli anni affrontare la difficoltà del condividere lo spazio di una piccola imbarcazione e risolvere con levità i problemi che derivano da una logistica complicata dal tempo inclemente e dal budget limitato. Dal viaggio via strada, con la barca sul carrello, per raggiungere il Canale di Caledonia al percorso lungo il Great Glen, il libro propone un racconto minuzioso, quasi proustiano, in una natura non contaminata, documentato dalle immagini professionali di Guido Cantini.

Ida Castiglione