I vincitori della 5° edizione del Premio Marincovich 2014
SEZIONE LIBRI SAGGISTICA
1° classificato:
Perchè mai uno dovrebbe provare interesse per quello che avviene su una piccola isola brulla ed inospitale, sistemata in fondo all’Atlantico, tra l’Africa e il Sud America, vicino ai temibili quaranta ruggenti? Tristan da Cuhna, un’isola scoperta circa cinquecento anni fa, è uno degli insediamenti umani più remoti al mondo, non c’è neanche un porto dove attraccare, c’è solo un molo per le barche locali, le longboats. Eppure l’autrice del libro è riuscita a mettere insieme documenti e testimonianze che raccontano la suggestiva avventura umana dei suoi abitanti, i quali, nonostante il clima infelice, il vento continuo, il grande isolamento, hanno avuto un attaccamento alla propria isola davvero unico, che neanche un’eruzione vulcanica nel 1961 e una conseguente fuga in Gran Bretagna sono riusciti a spegnere, lì sono tornati alla fine e lì continuano a vivere. Ed incredibilmente un pezzo del nostro paese ha influito sulla storia dell’isola, quando i marinai del brigantino Italia, che nel 1892 fece naufragio sull’isola per l’autocombustione del carbon fossile che trasportava, intrecciarono le loro vite a quelle dei locali, con bellissime storie di amore e di amicizia che sono arrivate fino ad oggi con i discendenti di due naufraghi camogliesi, Andrea Repetto e Gaetano Lavarello.
Un’isola in cui tutti sanno fare tutto, in cui non si litiga ma ci si aiuta gli uni con gli altri, mentre le stagioni si susseguono scandite da nascite, matrimoni, cerimonie varie, in una fratellanza poetica che permea i giorni, i mesi e gli anni. Il lavoro di ricerca di documenti e materiale fotografico da parte dell’autrice è stato davvero encomiabile, ma colpisce soprattutto il garbo con cui è riuscita a riportare le vicende: si arriva alle ultime pagine sorpresi di non averla appresa prima la storia dell’isola Tristan da Cunha, ci sarebbe stata di esempio, al di là delle curiosità geografiche, per constatare per l’ ennesima volta l’inossidabile e rincuorante tenacia della razza umana.
Elisabetta Strickland
<Con questo libro Aldo Caterino ha voluto rendere omaggio alla compagnia di bandiera italiana che ha contribuito a diffondere la fama del nostro Paese in tutto il mondo lasciando un’eco che non si è ancora spenta> sono le parole conclusive della biografia dell’autore scritte nel risvolto di copertina.
Confesso di non averne saputo trovare di migliori per introdurre le mie motivazioni di voto a questo libro in cui Caterino riesce a dare alla meticolosa e impeccabile documentazione di 80 anni di storia della Società Italia una forte dose di emotività che si trasmette pagina dopo pagina al lettore, credo di qualunque età. Decine di grandi navi famose e meno note, molte delle quali veri capolavori della cantieristica non solo italiana in progressiva evoluzione, diventano man mano protagoniste di altrettante storie splendide e tragiche che appassionano come un romanzo.Claudio Nobis
SEZIONE LIBRI NARRATIVA
1° classificato:
Spaventa il titolo, che lascia pensare al solito autodafé del navigatore macerato dal desiderio inconscio di farsi del male, di auto infliggersi le pene dell’inferno per poi raccontarle urbi et orbi. Invece è un testo fresco, completo, simpatico ed a volte persino auto ironico. Imperdibili le descrizioni di pagina 49 (“… mi viene il mal di mare …”) o di pagina 63, dove in pochi minuti si perdono fantozzianamente l’elica ed il motore del tender. Il testo è accompagnato da diverse fotografie: in tutte Mura sorride e tutta la narrazione è come lui: sorridente. Un bellissimo libro, il resoconto di un’avventura di mare e dell’anima, condita con profumo di Sardegna, testardaggine ed orgoglio (cfr. pag. 109: “ … Luc è talmente ospitale da sembrare un sardo …”). C’è granito di Sardegna e sano nazionalismo da pagina 110 a pagina 124 c’è commozione alle pagine 133 e 134 … un bellissimo libro, un grande personaggio.
Massimo Gregori
2° classificato:
Nell’immaginario comune il faro è quel luogo romantico e solitario custode ti tante leggende, in cui il mito si fonde con la vita reale delle persone che vi vivevano.
Dario Alfonso Ricci nelle sue pagine della “Leggenda del faro”, narrando le vicende che si snodano per oltre un secolo, dei faristi e degli altri personaggi, intorno al leggendario faro di Capo Arrocco, descrive invece una storia dei fari e dei suoi uomini fatta di episodi veri o verosimili. La dura vita del farista isolato dal mondo, i suoi sentimenti e le sue passioni, i pericoli che doveva affrontare, diventano il sentiero su cui si snoda un racconto appassionante che dipinge una storia in cui il faro e l’uomo diventano entrambi entità viventi, ora in armonia ora in conflitto tra loro. Una storia forse meno mitica ma non per questo meno appassionante!
Andrea Mancini
SEZIONE LIBRI JUNIOR
1° classificato:
L’autrice fa riferimento a Chiara Vigo, che a Sant’Antioco è rimasta l’ultima tessitrice di bisso, e che nel racconto è la nonna Alba. Si riconosce l’isola ed un’atmosfera unica e magica del posto. Il libro è molto carino, ben scritto. La storia ha un facile scorrimento, comprensibile e formativo per i giovani lettori.
Massimo Gregori
SEZIONE ARTICOLI “STORIA E CULTURA DEL MARE”
1° classificato: DANIELE BUSETTO con l’articolo “Il Presidente marinaio” pubblicato sulla rivista “Nautica”.
L’articolo di Daniele Busetto è il risultato di una ricerca storica seria su un tema di largo interesse e permette di conoscere fatti di cui in Italia erano giunte notizie frammentarie e solo un paio di fotografie, sempre le stesse. Diversamente dagli Stati Uniti, dove la storia è ben nota grazie a un libro e a un film sulle gesta belliche in Marina di Kennedy.
Dallo scritto emerge la figura di un presidente che combatte in prima linea durante la 2° Guerra Mondiale, marinaio modello all’inizio e appassionato velista sempre. Un futuro presidente che diventa eroe in Marina quando il pattugliatore PT 109, di cui è comandante, viene speronato da un cacciatorpediniere giapponese nei pressi delle Isole Salomone. JFK con una determinazione e un coraggio non comuni riesce a portate in salvo tutti gli uomini dell’equipaggio: un impegno fisico che comprometterà per sempre la sua schiena.
Davvero interessante il racconto dell’esperienza velica di JFK, che da giovane regatò a lungo sulla Star Flash II vincendo regate e aggiudicandosi trofei prestigiosi. Un appassionato di mare che continuò a veleggiare anche come Presidente sul due alberi lungo 19m Manitou, un progetto di Sparkman & Stephens dotato allora dei più avanzati sistemi di comunicazione, che permettevano a JFK di rimanere sempre ‘connesso’.
Ma Kennedy veleggiò spesso quando era alla Casa Bianca anche sul Royono, lo yacht del nonno con cui risaliva il Potomac dalla Chesapeake Bay per trovare una tregua dagli affari di stato e un po’ di pace.
Tutta la vita privata di JFK rimarrà contrassegnata dalla passione per la vela, a partire dalla piccola imbarcazione di 8m, il Victura, regalo per i suoi 15 anni, su cui cercherà di insegnare la vela alla fidanzata Jacqueline Bouvier e su cui navigherà sempre.
Ida Castiglioni
2° classificato: GIOVANNI PANELLA con l’articolo “Il tempo dei gozzi” pubblicato sulla rivista “Nautica”.
Una barca, una barca d’epoca, può essere vista come un antico strumento di lavoro, come oggetto di interesse storico. Ma, ad occhi attenti ed appassionati, può essere molto di più: la barca può rappresentare il legame con un mondo passato oggi scomparso e diventarne il simbolo.
E proprio occhi attenti ed appassionati hanno permesso a Giovanni Panella di salire a bordo del Gozzo Cornigiotto, descrivendo questa barca con rigore storico ed intraprendendo su di essa un viaggio nel passato per raccontare la storia e le trasformazioni di un territorio oggi scomparso, un pezzo di Genova che con le sue barche tipiche, le sue tradizioni, i suoi uomini, rappresenta un pezzo importante della storia e della marineria Genovese.
Con delicatezza ed un pizzico di nostalgia, l’autore ci fa così rivivere il tempo in cui le barche avevano veramente un’anima, l’anima degli uomini che affidavano la loro vita ad un piccolo guscio di pochi metri.Andrea Mancini
SEZIONE ARTICOLI “NAVIGAZIONE” A VELA E A MOTORE
1° classificato: CORRADINO CORBO’ con l’articolo “Meno sogni più realtà” pubblicato sulla rivista “Nautica”.
Corradino Corbò, una firma che nel mondo della nautica che non ha certo bisogno di
presentazioni, tratteggia con realismo e competenza il futuro scenario della nautica che
verrà. E’ la nautica del “dopo-crisi” , un periodo che in molti si erano illusi durasse massimo
uno due anni e che invece da oltre un quinquennio marca stretto soffocando tutta
l’economia nazionale con particolare accanimento sul “nostro” settore.
Nulla sarà più come prima.
Ce ne rendiamo conto un po’ tutti: volenti o nolenti abbiamo virtuosamente cambiato molte abitudini.
Cambieranno anche le barche.
Si ritornerà a misure più facilmente gestibili e forse anche a barche concepite ed usate per lo scopo primario che deve avere una imbarcazione : navigare !
Sostenibilità economica e sostenibilità ambientale , musica per le mie orecchie.
Temendo fosse una mia personale “simpatia per l’argomento” dettata dalla mia militanza ormai storica nella nautica minore ( la cosiddetta nautica popolare ) ho provato a controllare l’andamento dei voti , dei punteggi che hanno portato il pezzo di Corbò a primeggiare in questa sezione del premio Marincovich. Ebbene il 70% dei votanti gli ha conferito un punteggio elevato.
In due giurati , con evidenti affinità elettive per la “nautica vera” gli abbiamo conferito un punteggio di 23 su 25.
Un passaggio che mi ha particolarmente divertito , parlando di barche da porto in antitesi con le barche da diporto, è : “… ben vengano quei professionisti che hanno molta più esperienza nel disegnare appartamenti e ville . Se non altro hanno il merito di introdurre concetti di spazio, luminosità di scenografia che al progettista del campo nautico potrebbero sfuggire…” Questo si chiama tirare di fioretto ….
Il quadro è completato e si conclude con riflessioni sul mutato e più maturo approccio alla nautica : “… pubblico che evidentemente è sempre meno abbacinato dallo sfarzo dei sogni irrealizzabili e dalla straripante potenza dei motori insaziabili (che spesso sotto e quindi malamente utilizzati n.d.r.) , si sta avvicinando progressivamente ad una idea di barca che sente più vicina …
Bravo Corbò , speriamo tutti davvero di rivivere in positivo gli anni ’70 della nautica .
Sergio Abrami YD
2° classificato: ROBERTO NEGLIA con l’articolo “AC-Show-down di Spithil-Aislie” pubblicato sulla rivista “Nautica”.
Partecipare a un concorso giornalistico con un “pezzo” sulla America’s cup potrebbe essere una scelta audace e rischiosa per molti autori fra i moltissimi che ne scrivono abitualmente con passione e competenza. Non è stato così per Roberto Neglia che intorno all’edizione 2013 è riuscito a realizzare una vera e propria Tesi oltre che un servizio giornalistico. Esaustivo e al tempo stesso brillante e coinvolgente, scritto con il ritmo di una radiocronaca capace di trasmettere l’essenza, le luci e le ombre di una competizione discussa e movimenta come la Coppa 2013 anche al lettore che non aveva potuto seguire a suo tempo il complesso svolgimento delle 18 regate o di farla rivivere con piacere a chi credeva di saperne già abbastanza.
Fuori quota una citazione speciale da parte mia va anche all’ottima grafica che contribuisce a fare di questo servizio 9 pagine da conservare.
Claudio Nobis
PREMIO SPECIALE SULLA DIVULGAZIONE DEI GRANDI EVENTI
La LVC è stata un’idea geniale e necessaria per selezionare lo sfidante del detentore. E la sua storia è racchiusa in un libro magico che racconta gli ultimi 30 anni di Coppa America e della mia vita accanto a Carlo. Una scansione di appuntamenti in giro per il Mondo, vissuti per la maggior parte in prima persona. Mi sono imbattuta in questo libro girando fra gli stand “minori” del salone del Libro di Torino. Colpo di fulmine! Un libro con foto spettacolari presentate da un testo asciutto ed essenziale che racconta di regate e di carte bollate, di uomini ricchi e capricciosi che non sanno perdere, di imprese iniziate e mai finite e di successi a sorpresa. Il libro, scritto in francese da François Chevalier architetto navale e giornalista e da Bruno Troublé, grande velista, inventore e coordinatore della LVC, racconta anche con ironia i fasti e le delusioni di tanti personaggi noti e meno noti che in 30 anni hanno “giocato” con il mare per portare a casa la mitica “vecchia brocca”. Luciano ha saputo, con la sua traduzione puntuale e competente, trasmettere le emozioni della vittoria.
Patrizia Melani Marincovich
PREMIO SPECIALE PER LA SOLIDARITA’ IN MARE
Ad ATTILIO BOLZONI per i suoi reportage da Lampedusa pubblicati su La Repubblica.
FA PAURA stare qui, in mezzo a questo mare. Fa troppa paura dopo lo scempio, il più grande, il più spaventoso che questa terra di mezzo ricordi da anni. Ma non c’è solo paura e non c’è solo qui, in fondo all’Italia. C’è vergogna nel mondo, c’è orrore. Così se n’è andata la notte, un’altra notte sul Mediterraneo. Le onde vomitano a riva quelle teste ricce che sembrano boe che galleggiano e intanto cercano, cercano ancora di tirarli su, i vivi e i morti…” E’ leggendo questo articolo di Attilio Bolzoni del 4 ottobre del 2013 che mi è venuta la voglia di assegnare ad Attilio il premio speciale alla solidarietà in mare. Poi sono arrivati altri articoli che ci hanno fatto vivere la tragedia, con emozione e trasporto. Idealmente, questo Premio andrebbe condiviso con il Sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, con gli abitanti di Lampedusa e con La Marina. Avrei voluto accanto a me l’Ammiraglio Roberto Camerini, capo di Marisicilia e membro della Giuria del Premio che ha condiviso con me questa decisione ma la sua assenza è giustificata dalla situazione in quello spicchio di mare. Lampedusa non deve essere ricordata solo per i gommoni ed i morti in mare… Ma anche questa è cultura del mare, una cultura della quale avremmo fatto volentieri a meno.
Patrizia Melani Marincovich
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