
BIOGRAFIA AUTRICE
Stefania Aphel Barzini ha vissuto a lungo negli Stati Uniti collaborando con l’Istituto Italiano di Cultura; tornata in Italia è stata per anni collaboratrice del Gambero Rosso. Si è occupata di migrazione sia attraverso la sua pagina facebook La Pagina Migrante sia partecipando a progetti vari (Frutta Urbana, Mediterranea, seminari di integrazione con l’Istituto di Storia Moderna e Contemporanea). Ha tenuto corsi di cucina regionale italiana negli Stati Uniti, in Angola, in Marocco, in Camerun e a São Tomé e Príncipe. Ha al suo attivo numerosi saggi e quattro romanzi, tra cui Le Gattoparde (2022). Vive e lavora tra Roma, Vetralla e Alicudi.
MOTIVAZIONE
L’isola chiamata in causa nel titolo di questo libro è Alicudi, conica, pietrosa, piena di scale e molto scomoda, ultimo scalo dell’arcipelago delle Eolie. Ma è proprio la sua originalità, la sua natura vulcanica, la sua manciata di casette bianche arrampicate sulle falde della montagna, la sua assenza di strade, illuminazione, farmacie, tabaccai e banche, la presenza di un solo bar, due botteghe e un’unica pensione a far innamorare di quest’isola l’autrice, che non ha avuto problemi a comperarsi una casa a 475 gradini dal porto, la cui scomodità avrebbe dissuaso chiunque. La solitudine rigenerante, il dialogo con la natura rigogliosa ed esuberante, il silenzio, la pace, trasudano dalle righe fin quasi a farli sentire o assaporare, soprattutto a condividere. Si ha la sensazione leggendo che l’abbia letteralmente adottata quest’isola, come una cura salvifica in un momento difficile della sua vita: la vista a 360 gradi sul mare, i fichi d’india, i capperi, l’ibisco e il gelsomino nel suo piccolo giardino hanno funzionato meglio di qualunque terapia, nutrendo in lei un amore fortissimo enunciato con enorme poesia in questo libro che entra nel sangue e nell’anima come un elisir.
Elisabetta Strickland